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La ‘panace di Mantegazza’: una specie aliena molto pericolosa

di Alessio Pierotti

In questi giorni è salita alla ribalta delle cronache la ‘panace di Mantegazza’ [LEGGI], pianta capace di provocare per semplice contatto gravi ustioni della pelle (fitodermatite); tanto gravi da procurare cicatrici permanenti e in certi casi il ricovero ospedaliero. Piccole concentrazioni di linfa sono sufficienti, a contatto con gli occhi, a provocare cecità permanente!

Questa caratteristica, decisamente poco simpatica, è dovuta alla presenza di furanocumarine: sostanze tossiche che si attivano e diventano pericolose in presenza di luce solare e raggi-ultravioletti. In parole semplici, quando tocchiamo la pianta queste sostanze penetrano nelle cellule della nostra pelle; raggiunto il nucleo, si legano al DNA provocando la morte cellulare.

I primi segni della fotodermatite compaiono 24 ore dopo il contatto e peggiorano gradualmente nei giorni successivi. Le zone colpite posso rimanere fotosensibili molto a lungo, anche per anni, con il rischio di recidive.

La gravità della reazione dipende da diversi fattori: come ad esempio l’umidità della pelle, che facilita l’assorbimento delle furanocumarine, o la parte della pianta con cui siamo venuti a contatto. Le furanocumarine sono infatti più abbondanti nei frutti e nelle foglie e meno concentrate nel fusto. Importante anche la stagione: le fumarocumarine sono infatti sintetizzate dalla pianta soprattutto durante la stagione vegetativa.

IN CASO DI CONTATTO ACCIDENTALE OCCORRE LAVARE LE PARTI DEL CORPO INTERESSATE CON ACQUA E SAPONE ED EVITARE L’ESPOZIONE DI QUESTE PARTI AL SOLE PER ALMENO 48 ORE. FONDAMENTALE OVVIAMENTE CONTATTARE IL MEDICO!

Panace di Mantegazza: descrizione e distribuzione

La ‘panace di Mantegazza’, Heracleum mantegazzianum, è stata  descritta formalmente per la prima volta da Carlo Pietro Stefano Sommier e Émile Levier nel 1895. I due botanici dedicarono la pianta al medico e antropologo Paolo Mantegazza, uno dei primi divulgatori delle teorie darwiniane in Italia.

Si tratta di una pianta erbacea bienne o perenne che può raggiungere i 5 metri di altezza; il fusto, che alla base può avere un diametro anche di 10 cm, si caratterizza per essere cavo e decorato da larghe macchie violacee. Le foglie  sono lobate a 3 o 4, segmenti con divisioni più o meno profonde; quella basali possono essere lunghe fino a 3 metri. Le infiorescenze sono quelle tipiche delle ombrellifere e possono raggiungere gli 80 cm di diametro: i fiori sono piccoli, bianchi o verde giallastri. Una singola pianta può produrre fino a 100.000 semi!

Particolare del fusto
(fonte: Wikimedia Commons – Autore: Liné 1- Licenza: GNU Free Documentation License)
Particolare infiorescenza
(Fonte: Wikimedia Commons – Autore: Huhu Uet – Licenza: GNU Free Documentation License)

Originaria del Caucaso, la ‘panace di Mantegazza’ si è diffusa in Europa alla fine del XIX secolo come pianta ornamentale.  Nel nostro paese, al 2020, risultava presente in Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Anto Adige, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna (nel piacentino). In Toscana è data come presente, ma la popolazione è stata eradicata e sembra non produrre ricrescita.

Una pianta da tenere sotto controllo

La ‘panace di Mentagazza’ ha impatti negativi non soltanto sul piano sanitario, ma anche su quello ecologico. La rapida crescita, le grosse dimensioni (che finiscono con influenzare la quantità di luce disponibile per le piante più basse) e il rilascio nel terreno di metaboliti secondari non presenti prima del suo arrivo incidono infatti in modo significativo sui parametri ambientali dei siti colonizzati.

Heracleum mantegazzianum è una specie esotica invasiva a inserita nell’elenco di specie di rilevanza unionale ai sensi del Regolamento (UE) 1143/2014 del Parlamento Europeo recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, recepito a livello nazionale dal Decreto Legislativo 230/2017- “Adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014”. A livello regionale, la specie è inserita nella lista nera delle diverse regioni dove è presente.

Per evitarne la diffusione è stato presentato un piano nazionale di gestione che prevede il monitoraggio delle aree idonee alla crescita della pianta e l’eradicazione meccanica o fisica, con opportune accortezze, degli esemplari.

Una curiosità

Alla ‘panace di Mantegazza’ il gruppo musicale britannico Genesis dedicò nel 1971 una canzone, ‘The Return Of The Giant Hogweed’, pubblicata nel loro terzo album ‘Nursery Crime’, in cui immaginavano la pianta che iniziava a propagarsi in modo incontrollato fino a minacciare l’uomo.

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