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Schildia sancti-luxurii : nuovo fungo dalla Tenuta di San Rossore

di Paolo Franchi e Mauro Marchetti

La Tenuta di San Rossore è un piccolo gioiello ambientale lungo la costa toscana, incastonato tra la città di Pisa e il mar Ligure. A differenza di tante altre zone costiere, nella Tenuta la presenza dell’uomo e delle sue attività non ha avuto effetti distruttivi ma ha contribuito ha modellare la Natura creando un collage di ecosistemi unico al mondo e di incredibile interesse naturalistico. Non a caso il Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, di cui San Rossore rappresenta la zona centrale, ha ricevuto nel 2004 dall’UNESCO il riconoscimento come riserva della biosfera con il nome di “Selva pisana”. Un riconoscimento confermato anche nel 2016 con l’estensione della riserva, rinominata “Selve costiere di Toscana”, ai territori dei comuni di Massarosa, San Giuliano Terme e Vecchiano.

La Tenuta di San Rossore è ben nota agli appassionati micologi di tutta la Toscana e non solo. Il ricco catalogo delle specie segnalate per la Tenuta si è arricchito nel 2015 di una nuova specie da noi scoperta: Schildia sancti-luxurii Franchi & Marchetti.

Schildia sancti-luxurii Franchi & Marchetti

Si tratta di un fungo corallaoide, con il tronco che si ramifica più volte, alto fino a 70 mm e largo fino a 50 mm. Il tronco basale, più o meno sviluppato, ha un profilo tendenzialmente obconico: è composto da due o più elementi concresciuti e l’elemento terminale, da arrotondato a subacuto, è liscio, con occasionali rametti abortivi.

I rami principali sono larghi da 3 a 5 mm all’attaccatura al tronco e tendono ad assottigliarsi progressivamente verso l’alto; inizialmente compatti e poi più divergenti, hanno una superficie liscia o appena rugosa per il lungo mentre la sezione è più o meno rotondeggiante e in alcuni casi compressa. Le ramificazioni sono policotomiche, con angolazione dei rami mista: in basso è prevalentemente ottusa (selle a U) ed in alto acuta (selle a V) o mista (sia selle a U che a V). Le terminazioni apicali sono ottuse e spesso presentano due piccole puntine acute o smussate, sino a denticolate.

I rami hanno un colore variabile da giallo albicocca a giallo ocra alla base, mentre in alto sono sfumati anche di giallo rosa; a maturazione sono invece ocra melone sporco. Gli apici sono nettamente contrastanti: a lungo di un brillante giallo arancio chiaro, diventano concolori al resto dei rami soltanto a completa maturazione. L’intero fungo vira rapidamente al bruno vinaccia dove manipolato o contuso.

La carne è biancastra e fragile di consistenza, soprattutto nelle parti superiori dei rami. Di colore bianco sporco o crema pallido, la carne vira rapidamente, quando esposta all’aria, al vinoso scuro. L’odore è leggero, terroso; il sapore amaro.

(per i caratteri microscopici, nel rispetto delle intenzioni divulgative di questo articolo, rimandiamo alla pubblicazione originale della specie)

Confronto con specie morfologicamente simili

Il carattere che rende facilmente riconoscibile la nostra specie è l’intenso e veloce viraggio della carne, quando esposta all’aria, e delle superficie esterne, quando manipolate, al bruno vinoso. Singolare anche la reazione delle superfici dei rami al Tl4. A contatto con questo reagente a base di ossido di tallio e quindi da maneggiare con attenzione, le superficie diventano infatti grigio-verdastre. Questa reazione mom è mai osservata in Ramaria, il genere morfologicamente più simile a Schildia, e diventa quindi un carattere tassonomicamente primario.

Questa reazione permette quindi di distinguere subito la nostra specie dalle ramarie europee viranti al bruno vinoso ovvero Ramaria bataillei (Maire) Corner, R. testaceoflava (Bres.) Corner e R. brienzensis Schild.

Nell’articolo in cui abbiamo pubblicato formalmente Schildia sancti-luxurii, pubblicato nel 2015 sul secondo fascicolo del volume 58 di “Rivista di Micologia”, ricordavamo anche due specie simili alla nostra almeno ad un primo esame superficiale: Ramaria botrytoides (Peck) Corner, specie americana segnalata da Schild per il Trentino, e R. sardiniensis Schild & Ricci, piccola specie della macchia mediterranea e del leccio in particolare segnalata anche per i Monti Pisani. Queste due specie possono ricordare la nostra per le colorazioni me se ne distinguono per il mancato viraggio al bruno vinaccia, oltre che per la reazione al Tl4.

Un successo mediatico!

Schildia sancti-luxurii ha avuto indubbiamente un grande successo mediatico. Grazie alla collaborazione con il Gruppo Micologico Pisano e alla disponibilità dell’Ente Parco abbiamo infatti avuto la possibilità di presentare la nuova specie in un appuntamento pubblico organizzato il 20 febbraio 2016 presso la Sala Gronchi della Tenuta di San Rossore.

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